Per lo spettacolo della stagione 2022, sono partito da un paio di concetti.
Il primo era che doveva far ridere, ma ridere per davvero. Dopo due anni di chiusura forzata, di tristi isolamenti, volevo qualcosa che divertisse, anche se la storia era priva di una qualsiasi morale. Desideravo uno spettacolo ove la gente ridesse per il gusto di ridere e magari tornasse a vederci per lo stesso motivo, perché ero e sono convinto che ne avessimo tutti estremamente bisogno.
Il secondo era che il lavoro teatrale fosse comunque una continuazione di quanto fatto negli ultimi anni, magari un passo in avanti nella crescita recitativa ed interpretativa.
Quando mi sottoposero L’ala o la coscia? Questo è il problema!, di Salvatore Sottile, notai subito che prevedeva molta comicità di situazione e molto movimento sul palcoscenico. Le continue entrate ed uscite degli attori dalla scena non mi preoccupavano, dato che già con No stâ viarzi chel armâr! avevamo dovuto affrontare questa difficoltà e sapevo che i miei attori sarebbero stati in grado di sostenere la prova. Inoltre fisicamente sembravano perfetti per i quattro personaggi.
La storia mi piacque anche per altri motivi. Trovavo divertente la trama in sé, se vogliamo pruriginosa, ricca di colpi di scena e situazioni imbarazzanti, battute divertenti, ma anche per il fatto che tutti e quattro i personaggi fossero allo stesso tempo vittime e carnefici, che dovessero attaccare per difendersi, che fossero tutti costretti a giustificarsi con gli altri, ma nel contempo essere aggressivi con tutti, vuoi per rabbia o delusione, vuoi come strategia. Questo richiedeva agli attori di saper cambiare atteggiamento addirittura nella stessa battuta! Una prova non facile, ma sicuramente stimolante.
La scena prevedeva una casa al mare e, chissà perché, per rendere l’idea ci siamo ispirati alla Grecia, con le sue case bianche dalle imposte blu. Volevamo fosse semplice come lo è una seconda casa per le vacanze, ma che fosse anche elegante. Anche la vetrata della porta d’ingresso è stata pensata per sembrare la vela di una barca. Ne è uscita una “casetta” fresca, leggera, adatta per questa messa in scena. La scelta poi della scala con il suo pianerottolo a mo’ di piccolo palco, ci ha permesso di rendere spettacolari alcune entrate in scena.
41 incontri in 143 giorni, più di 100 ore di prove, sommate alla passione, capacità ed abilità degli attori, hanno permesso, assieme ad una notevole dose di divertimento ed allegria, di mettere in piedi questo spettacolo dal finale a sorpresa che spero sorprenderà anche tutti i nostri spettatori.
Pino Serafini